Da tempo percorre palmo a palmo il territorio accompagnato dalla sua Ape tricolore, chiamato dai suoi concittadini ad affrontare piccole e grandi emergenze. Dal caso del gioielliere stabiese Michele Cimmino, all’eternit sversato a due passi dalle scuole di Torre del Greco, alla crisi occupazionale che Enzo Rivellini ha affrontato insieme alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un apprezzato incontro con i marittimi alla Mostra d’Oltremare. Incontri e appelli confluiti in video virali, che testimoniano l’affetto e l’attenzione con la quale stabiesi e torresi seguono sui social l’impegno del candidato al Senato del centrodestra nel collegio uninominale di Torre del Greco-Castellammare. A colpire subito, quando Rivellini arriva in redazione, è il colore azzurro della maglietta che indossa. Azzurro come i colori dell’amatissimo Napoli, ma illustrato da un motto battagliero: “Prima gli italiani”.
Onorevole, che cosa significa esattamente “Prima gli italiani”?
«È il senso della mia discesa in campo. Dopo anni di malgoverno della sinistra, che hanno prodotto insicurezza diffusa e hanno penalizzato i nostri concittadini a favore degli extracomunitari, è arrivato il momento di porre fine a questa vergogna. Il Pd assume 10mila migranti nei nostri musei, e lascia a casa i nostri ragazzi. Le pare possibile? E che dire dei marittimi? Sulle nostre navi otto lavoratori su dieci sono stranieri, mentre i nostri ragazzi rimangono a casa disoccupati. E i nostri cervelli? Dal Torrese e dallo Stabiese se ne sono andati l’anno scorso 2mila laureati: sono dovuti andare al Nord o all’Estero perché questa sinistra penosa tradisce i suoi figli, e spende invece palate di miliardi quando si tratta di ingrassare le cooperative della sinistra con 600mila stranieri irregolari che spesso si danno allo spaccio di droga o si mettono al soldo della malavita. È ora di dire basta. Non se ne può più. Prima vengono i nostri figli. Quando saremo al governo la musica cambierà: gli stranieri che non hanno diritto di stare in Italia, saranno rimandati nei loro Paesi di origine».
Ha destato grande curiosità la sua scelta di girare sul nostro territorio accompagnato dall’Ape tricolore. È insolito per un candidato.
«La gente lo apprezza perché è una scelta che identifica il mio carattere e il mio modo di vedere la politica. Provo disgusto per la sinistra al caviale che si finge amica dei poveri e poi si chiude nei salotti. Io sto con la gente, tra la gente e per la gente. Da sempre. E a differenza dei falsi amici del popolo, rivendico per me una piccola qualità: mi piace ascoltare i problemi della gente. E metterci la faccia. Quello che ho sempre fatto, e continuerò a fare».
Sulla sua pagina Facebook ha avuto grande successo l’incontro con il gioielliere di Castellammare. Quali sono i suoi obiettivi per assicurare più sicurezza ai cittadini?
«È stato un incontro toccante. Che ha rafforzato ancora di più la mia convinzione di portare subito in aula, una volta eletto in Parlamento, un disegno di legge chiaro e semplice: chi viene aggredito in casa propria o nel proprio negozio ha il diritto di difendersi sempre. E di usare la propria arma. Senza se e senza ma. Devono essere i delinquenti a pagare, non i cittadini onesti che hanno il diritto e il dovere di difendere le loro famiglie».
Femminicidi, baby gang, il terribile caso della ragazza di Macerata forse fatta a pezzi da una gang di nigeriani. Quali sono le soluzioni per arginare fenomeni come questi che sono sempre più allarmanti e frequenti?
«La riforma delle carceri approvata dal governo Pd prevede di far uscire di galera piccoli e grandi criminali, concedendo loro benefici e sconti di pena. È inaccettabile che gente così pericolosa sia rimessa in libertà e possa circolare indisturbata nei nostri quartieri. La risposta è perciò chiara e semplice. Cancelleremo sconti e benefici concessi da questa sinistra buonista e irresponsabile. Chi si macchia di delitti imperdonabili, deve restare in carcere: deve pagare fino all’ultimo giorno la pena che si merita per quello che ha fatto.
Lei è da sempre molto impegnato sul difficile fronte della sanità: ha girato molti ospedali della Campania, e denunciato le loro carenze. Che cosa pensa di fare da questo punto di vista se eletto?
«Dice bene. Ho visitato e continuerò a visitare molti ospedali. Porterò perciò in Parlamento la mia esperienza maturata sul campo. Nonostante l’impegno straordinario di medici e infermieri, la nostra sanità è al collasso e propone tempi di attesa insostenibili che costringono molti stabiesi e torresi a dover andare al Nord per curarsi. Una situazione vergognosa, che è figlia della miriade di tagli del Pd. Che passo dopo passo, ha cancellato il diritto alla salute dei cittadini. De Luca ha pensato solo alla sua Salerno, del resto dei campani si è dimenticato. Ed è ora di invertire la rotta: negli ospedali bisogna assumere, assumere e assumere. E rinnovare apparecchi sanitari. Chi è ammalato non deve patire pene ulteriori. E perciò mi batterò come un leone per restituire a tutti la possibilità di ricevere cure dignitose».
Lavoro e occupazione: quali sono i suoi progetti?
«La parola chiave è una: sviluppo. Viviamo in un territorio dalla bellezza ineguagliabile che dal monte Faito al mare, dalle risorse naturali a quelle enogastronomiche dovrebbe fare invidia al mondo intero. E invece tanta ricchezza non è stata valorizzata. Il nostro territorio non è soltanto una cartolina, è una miniera di posti di lavoro».
I suoi sono programmi ambiziosi. Che cosa pensa di poter promettere ai suoi concittadini che la leggono?
«Come ormai ripeto loro da tempo, di persona e sulla stampa è tempo di dare una svolta. Sono tempi difficili i nostri. Che richiedono due caratteristiche precise: forza e coraggio. La forza di combattere per le proprie idee, e il coraggio di non arrendersi mai. Ed è per questo che voglio dire con orgoglio a tutti i cittadini che mi accorderanno fiducia che dopo i disastri della sinistra è arrivato il tempo di sgomberare le macerie e di rimboccarsi le maniche: il 4 marzo liberiamo l’Italia»